venerdì 30 gennaio 2009

Don Floriano Abrahamowicz


Riporto integralmente notizia della © APCOM
Roma, 29 gen. (Apcom) - Le camere a gas? "L'unica cosa certa è che sono state usate per disinfettare". Lo afferma in un'intervista alla 'Tribuna' di Treviso il prete lefebvriano don Floriano Abrahamowicz.
Dopo la clamorosa intervista del vescovo Richard Williamson, che minimizza la Shoah, altre affermazioni negazioniste. Don Abrahamowicz (che il 15 settembre 2007 celebrò messa in latino a Lanzago di Silea per il leader della Lega Nord Umberto Bossi) rilancia la teoria per cui i numeri della Shoah sono un "problema secondario", accreditati dagli stessi capi delle comunità israeliane subito dopo la liberazione "sull'onda dell'emotività".
"E' veramente impossibile per un cristiano cattolico essere antisemita. Io stesso ho, da parte paterna, origini ebraiche", afferma il sacerdote. "Sicuramente è stata un'imprudenza di Williamson addentrarsi nelle questioni tecniche. Nella famosa intervista si vede che il giornalista è andato a parare su quell'aspetto specifico. Ma bisogna capire che tutto il tema dell'Olocausto si colloca a un livello di molto superiore rispetto alla questione di sapere se le vittime sono morte a causa del gas o per altri motivi".
E lei cosa ne pensa delle camere a gas?. "Non lo so davvero. Io so che le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dirle se abbiano fatto morti oppure no, perché non ho approfondito la questione. So che, accanto a una versione ufficiale, esiste un'altra versione basata sulle osservazioni dei primi tecnici alleati che sono entrati nei campi".
Lei mette in dubbio il numero delle vittime dell'O locausto? "No, non metto in dubbio i numeri. Le vittime potevano essere anche più di 6 milioni. Anche nel mondo ebraico le cifre hanno un valore simbolico. Papa Ratzinger dice che anche una sola persona uccisa ingiustamente è troppo, è come dire che uno è uguale a 6 milioni. Andare a parlare di cifre non cambia niente rispetto all'essenza del genocidio, che è sempre un'esagerazione".
Un'esagerazione? In che senso? "I numeri derivano da quello che il capo della comunità ebraica tedesca disse agli angloamericani subito dopo la liberazione. Nella foga ha sparato un cifra. Ma come poteva sapere? Per lui la questione importante era che queste vittime sono state uccise ingiustamente per motivi religiosi. La critica che si può fare al modo in cui in cui viene gestita la tragedia dell'Olocausto sta nel dare ad essa una supremazia in confronto ad altri genocidi".

martedì 27 gennaio 2009

Giornata della memoria e smemorati


Questo "simpatico" signore si chiama Richard Williamson. Di professione fa il vescovo scismatico, ma è stato recentemente "riabilitato" e riaccolto nel seno della Chiesa Romana dal papa Benedetto XVI. Vi faccio vedere la sua foto perchè è colui che ha dichiarato che le camere a gas non sono mai esistite. Siccome oggi è il giorno della memoria faccio i miei complimenti a questo signore per il suo negazionismo !!! E i miei complimenti anche al signor Ratzinger che si è sentito in dovere di "perdonare" questo "genio".

Siete da applausi !!! Sembrate usciti da un film di Benigni !!! C'è ancora qualcuno che si chiede come sia potuto accadere l'Olocausto ? Ecco come è potuto accadere: grazie a questi signori che lo negano !!!

venerdì 23 gennaio 2009

Bianco e Nero


Tema : "La casa e la Famiglia"

Svolgimento : "Bianco e Nero"

(In onda su Sky)

Mi chiedo spesso che figure di fango raccatto quando mi relaziono con persone "discriminate"... sì perchè anche io, come molti, ci tengo a far presente che non voglio assolutamente "discriminare" nessuno... ma nel momento che chiedo quasi scusa, sto già discriminando !!! Discorso difficile da spiegare, ma il film della Comencini aiuta a comprenderlo... Guardando il film mi sono chiesto quanti pregiudizi ho nei confronti delle persone che sono diverse da me !!! Ne ho miliardi...

Il film non sarà un capolavoro, ma è uno di quei "filmini" che lasciano comunque il segno. E poi Fabio Volo e Ambra Angiolini sono davvero bravi !

giovedì 22 gennaio 2009

Australia


Tema : "La casa e la famiglia" - Svolgimento : "Australia"

Il visionario Baz Luhrmann questa volta mi coinvolge in un viaggio agli antipodi: del resto con Nicole Kidman andrei in capo al mondo !

Il film è un polpettone di 160' o come dicono gli amerikani "un kolossal".

La struttura ricalca quella di "Via col Vento", con la Kidman-Lady Ashley nobildonna inglese in trasferta nel deserto australiano costretta a relazionarsi, battibeccare ed amoreggiare con il "rude" Mandriano-Hugh Jackman. Le citazioni de "Il Mago di Oz" si sprecano, e fanno da colonna sonora dall'inizio alla fine. La fotografia è buona, ma del resto l'Australia deve essere molto fotogenica di suo (almeno così mi ha detto chi c'è stato).

Il messaggio più bello che mi sono portato a casa è stato quello relativo alla casa ed alla famiglia. I protagonisti di questo film mettono su una famiglia "non convenzionale", ma molto solida e "vera", molto più "vera" delle "famiglie vere"... La casa è dov'è il tuo cuore !

Sarò melenso ? Ma dopo 160 minuti seduto vicino ad una donna distrutta dal dolore che ha pianto dall'incipit fino all'ultimo titolo di coda, mi sono fatto "prendere" dal melodramma !!!

lunedì 19 gennaio 2009

Matrimonio all'Inglese


Tema : "La casa e la famiglia" - Svolgimento : "Matrimonio all'inglese"

Film divertentissimo diretto dal regista di "Priscilla-regina del deserto".

Recitato all'inglese con Humor perfettamente britannico, gelido e diretto, battute efficacissime espresse con una mimica imperscrutabile. Un'americana arriva nella casa di campagna del neomarito rampollo di una nobile famiglia appunto inglese. Qui dovrà conoscere la famiglia ed ambientarsi nella casa natale. Lei è una donna "moderna" campionessa di corse automobilistiche che si ritrova immersa in "celebrazioni" e "liturgie" tipicamente "old Britain", come il tè la caccia alla volpe ed il ballo annuale della contea. Il motore della vicenda sarà la guerra aperta tra suocera e nuora che diventa una guerra tra tradizione ingessata ed apertura alla vita reale... Tutti i personaggi meriterebbero un commento, ma il più simpatico alla fine è il suocero, colui che dovrebbe essere il capofamiglia ed il padrone di casa non si sente a casa sua e non si riconosce in questo modello di famiglia...

7 pounds - 7 anime


Una delle cose più belle della sala cinematografica sono i commenti del pubblico... quelli a voce alta... quelli che porti a casa come se fossero battute del film stesso... "Sette anime" l'ho visto a Grosseto, sala piena, tutti zitti, dopo quaranta minuti abbondanti si sente un signore con accento tipico maremmano: "Io ancora un c'ho capito una sega"... Nella sala parte l'applauso esattamente come in Fantozzi dopo il commento "La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca !!!".

"Sette anime" non è alla fine così tremendo, però di sicuro non è un capolavoro. Will Smith recita molto bene e Muccino lo sa dirigere da Maestro. Quello che non torna è il soggetto in sè... Direi che la trama e lo sviluppo della vicenda fanno pensare molto e anche molto discutere, ma resta comunque un senso di "pesantezza" (7 pounds appunto 7 pesi) e di "perplessità" attaccato all'anima dello spettatore che anche dopo il finale ed i chiarimenti necessari a capire il senso e lo scopo, porta comunque ad esclamare nonostante tutto: "Io ancora un c'ho capito una sega"...

mercoledì 14 gennaio 2009

The Millionaire


Dopo due minuti ero felice di aver pagato il biglietto... Si riconosce la mano di Danny Boyle, infatti sono molte le analogie con Trainspotting, con The Beach e con Shining. Gli attori sono tutti bravi a cominciare dai bambini. Le musiche sono coinvolgenti. Ma quello che inebria veramente è il movimento della macchina, le inquadrature, gli zoom, la regia in generale. Bella la sceneggiatura. Bella la fotografia. Un piccolo gioiello.

martedì 13 gennaio 2009

L'ospite inatteso


E' un film lento, perchè lento è il suo protagonista, Walter, interpretato dall'ottimo Richard Jenkins, che è un uomo lento. Un vedovo che tenta di suonare il pianoforte perchè dovrebbe ricordargli la moglie defunta, ma è totalmente negato per questo strumento. Un uomo lento a comprendere, lento a cambiare, un uomo con una vita monotona e noiosa che si lascia trascinare dagli eventi... finchè un giorno incontra Tarek, un siriano che convive con Zainab, donna di colore, nell'appartamento di New York di Walter affittato irregolarmente... Tarek costringe Walter a "lasciarsi andare" al ritmo del djembe (un tamburo africano)... e Walter trova finalmente il suo ritmo... anche il film trova il suo ritmo... E' un film senza un banale happy end, perchè in America è finito il tempo di "green card", perchè Walter non è un uomo che ha guizzi di fantasia... ma il finale è comunque aperto... si torna a casa con il problema e se vuoi con la speranza... come sempre nella vita reale!